1998:
Premessa - nasce il Satie’s Fashion Group
Il “Satie’s fashion group” nasce da
un’idea di Matteo Paternò nella primavera del 1998.
Matteo inventa il nome, il logo,
l’idea del primo video, e chiama i primi collaboratori:
Stefano, esperto di immagini
realizzate con 3D Studio.
Enrico, esperto di cinematografia,
appena tornato da un Master sulla regia negli USA.
Alessandro, che da tempo lavorava
realizzando video.
Veronica si aggiunge a questa prima
esperienza un po’ a giochi fatti, insieme a Cecilia Muzzi.
Racconta Matteo:
“Veronica era una mia compagna
di università: l’incontrai una sera in un noto locale
all’aperto fiorentino, e da parte di entrambi venne il
desiderio di partecipare al concorso “Videominuto”
organizzato da Controradio, che aveva scadenza di lì a pochi
giorni.
Il tempo stringeva e c’era tanto
da fare, e decidemmo di unire le forze.
Durante la lavorazione del primo
video Veronica scelse di occuparsi della segreteria
organizzativa e di produzione che, coinvolgendo un discreto
gruppo di comparse ed attori in costume anni ‘70, nonché
diverse location, era tutt’altro che semplice. Ma
soprattutto Veronica apportò il suo grande entusiasmo e
umanità al gruppo, trasformando in breve tempo quello che
era essenzialmente nato come un progetto da “piccolo gruppo
di amici con competenze ben specifiche” in qualcosa di
diverso: un collettivo eterogeneo di artisti e di idee
creative, dove le idee venivano masticate e rielaborate
continuamente, dai singoli e dall’intero gruppo.
Il primo tentativo, “70’s files”,
non ebbe un grande riscontro, le cose belle dovevano ancora
arrivare”.
Infatti, negli anni seguenti, il
gruppo realizzò due video che ricevettero vari premi e molta
attenzione nell’ambiente degli appassionati di
cortometraggi: il gruppo Satie’s Fashion venne definito
“famigerato”, destando molto interesse sulla scena
fiorentina.
Nel frattempo, del nucleo
originario erano rimasti solo Matteo e Alessandro. Veronica
aveva coinvolto molti altri in quella che ormai si avviava a
diventare una piccola “factory” fiorentina.
1998 -
70’s files
L’idea per questo video, The
70’S files, è sostanzialmente una parodia degli “uomini
in grigio” noti agli appassionati di Martin Mystère, o dei
“Men in black” cinematografici.
Protagonisti: un gruppo di persone
addestrate per scoprire e occultare le più incredibili
scoperte e invenzioni fatte in passato dall’umanità per non
mettere in pericolo le certezze della gente.
L’ipotesi parodistica del video è
immaginare l’esistenza fin dagli anni 70 di alcuni oggetti
diventati di uso comune molti anni dopo: una parabola
satellitare in giunco, un impossibile giradischi in grado di
leggere i cd, un computer che mostra sul video l’impossibile
schermata di… Windows 75! Non solo: nel filmato appaiono
anche un walkman anni ‘70 fatto come un ingombrante Geloso a
bobine, un disco di tal Fausto che suonava “Smell like teen
spirit dei Nirvana” con il suo sassofono, un “cellulare” di
dimensioni identiche ai telefoni dell’epoca.
Insomma, un video ironico, giocato
sul paradosso, girato con un montaggio serrato.
Presentato al Videominuto nel 1998,
non ricevette particolari riscontri, ma il seme era stato
gettato.
1999 -
Depress One
Secondo capitolo della carriera del
“Satie’s Fashion Group”, questo video è il primo a essere
legato fortemente a Veronica. Nel frattempo, infatti, si
sono aggiunte tante altre persone, seguendo l’idea di
Veronica di aprire il gruppo all’apporto di più menti
possibili: è nato, ormai, un vero e proprio collettivo
artistico.
L’idea è originale e provocatoria:
mettere in scena la pubblicità di un immaginario farmaco
pro-depressione: il “Depress One”, appunto. Il video si
muove su due piani: mostrare la banale e ordinaria “vita
felice” del protagonista prima dell’assunzione del farmaco,
illustrando poi allo spettatore gli incredibili risultati
della cura: una progressiva, inevitabile, discesa negli
abissi della depressione più nera e autodistruttiva. Il
tutto sostenuto da una musica allegra e da un ritmo rapido e
frizzante, proprio come i “veri” farmaci antidepressivi. Una
polemica al culto della “felicità obbligatoria” che coglie
nel segno, facendo guadagnare i primi riconoscimenti al
nostro gruppo: la menzione speciale al Videominuto 1999, un
premio al festival “Spotkiller” di Biella.
2000 -
Cinephila Communis
Arrivato alla scadenza del
“Videominuto” del 2000, il gruppo si è ristretto, ma i tre
membri rimasti, tra cui Veronica, non si fanno scoraggiare e
si gettano nell’ennesima impresa.
L’idea è questa: un serial killer
che colleziona vittime come farfalle, mettendo i corpi in
apposite teche e archiviandoli per categorie. Nella tetra
casa del maniaco, inchiodati sottovetro, fanno bella mostra
di sé geometri, sportivi, hippy e quant’altro. Ma al maniaco
manca una categoria: lo spettatore. Così, lo sguardo
dell’assassino si rivolge a chi guarda: sei proprio tu, la
vittima mancante!
Il video, montato con un taglio
veloce e ossessivo in modo da suggerire l’idea di un trailer
cinematografico, non è tra i vincitori del Videominuto ma
trionfa al “Videolugosi”, il principale festival di
cortometraggi horror di Firenze, e al concorso “Schermi
irregolari”.
Nel frattempo, Veronica sta
cominciando a coltivare la passione per la regia e il
montaggio: una passione che l’ha accompagnata per tutta la
vita.
2000 -
01 (Misticismo) – Noi piccoli uccelli
Il Satie’s Fashion si scioglie
l’anno dopo Cinephila Communis, ma alcuni dei suoi membri
non si danno per vinti, e fondano il collettivo chiamato “Kamenka”,
dal nome russo di una zanzara particolarmente fastidiosa.
Alcuni dei suoi membri si iscrivono a un corso di regia e
montaggio organizzato presso i locali delle Officine
Galileo. Il risultato è “01 Misticismo”, un pasticciato ma
divertente cortometraggio: alcuni stralunati ragazzi si
perdono nelle campagne toscane dopo da una festa di
capodanno, finendo per imbattersi nientemeno che nel
monolito di “2001 Odissea nello spazio”. Passato lo
sbigottimento, scopriranno che l’imponente struttura altro
non è se non un enorme pezzo di… hashish. Il finale del
cortometraggio è un puro delirio in cui la parodia della
“cultura delle droghe” degli anni 70 si incrocia con le
citazioni di Kubrick.
A Veronica si deve parte del
soggetto e della sceneggiatura ma, come spesso accade nei
corsi, il risultato finale, nel tentativo di mettere
d’accordo tutti i partecipanti, è piuttosto confuso e perde
in parte di vista l’idea iniziale.
L’esperienza di “01 Misticismo”
mette Veronica in contatto con altri appassionati cineasti
fiorentini, tra cui Francesco (che poi si inventerà la
Cortomobile, un’auto con cinema incorporato che farà
sensazione anni dopo). Sempre nel 2000 collaborerà con lui
per realizzare il corto “Noi piccoli uccelli”, premiato
anch’esso a vari festival italiani.
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